A cà de fu(r)ešte(r)e
In occasione della recente festa della Madonna della Misericordia è stata riallestita una delle casette che ospitavano le raccoglitrici stagionali di olive, restituendo fedelmente l’atmosfera dell’epoca.
Con il termine “Sciasceline”, da Sassello, paese del profondo entroterra savonese, si indicavano le prime raccoglitrici stagionali di olive. Pare che questo sia dovuto al fatto che il Conte Tommaso Littardi (grande proprietario terriero nei comuni di Imperia, Piani, Torrazza e Dolcedo) avesse reclutato ragazze a Sassello dove aveva parenti. Il termine, in seguito, per antonomasia è passato ad indicare le raccoglitrici stagionali anche se provenienti da altre zone.
Se si analizza il periodo che va da fine 800 agli anni 60, quando questo fenomeno ha avuto termine, si evince che i paesi olivicoli dell’entroterra imperiese erano ancora assai popolati, ma per la raccolta a mano delle olive era necessario un apporto esterno di manodopera femminile. I proprietari terrieri (detti Particulài) rarissimamente ospitavano le “Sciasceline”, che nel dolcedese erano dette “fu(r)ešte(r)e”, nelle loro case padronali. Per questa necessità esistevano delle essenziali costruzioni dette “Cà de fu(r)ešte(r)e”.
La giovane età e la provenienza, spesso da paesi assai poveri, nonché un grande spirito di adattamento facevano sì che gruppi di ragazze si trovassero a vivere in situazioni assai “essenziali” e con il sorriso ed il canto sulle labbra.
Se si analizza il periodo che va da fine 800 agli anni 60, quando questo fenomeno ha avuto termine, si evince che i paesi olivicoli dell’entroterra imperiese erano ancora assai popolati, ma per la raccolta a mano delle olive era necessario un apporto esterno di manodopera femminile. I proprietari terrieri (detti Particulài) rarissimamente ospitavano le “Sciasceline”, che nel dolcedese erano dette “fu(r)ešte(r)e”, nelle loro case padronali. Per questa necessità esistevano delle essenziali costruzioni dette “Cà de fu(r)ešte(r)e”.
La giovane età e la provenienza, spesso da paesi assai poveri, nonché un grande spirito di adattamento facevano sì che gruppi di ragazze si trovassero a vivere in situazioni assai “essenziali” e con il sorriso ed il canto sulle labbra.